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Come diventare insegnante di sostegno

Come diventare insegnante di sostegno
360Forma
15 Aprile 2025

Vuoi sapere come diventare insegnante di sostegno? 

In questo articolo ti spieghiamo passo dopo passo tutto quello che serve per intraprendere questa professione fondamentale per l’inclusione scolastica.

Dalla definizione del ruolo fino ai requisiti richiesti, parleremo delle competenze necessarie, dei percorsi formativi aggiornati secondo la normativa vigente e delle modalità di accesso alla professione.

Vedremo anche quali sono i compiti quotidiani della maestra o del docente di sostegno, quanto guadagna, e quali sfide affronta.

Approfondisci ogni punto nei prossimi paragrafi.

L’insegnante di sostegno

L’insegnante di sostegno, chiamato anche docente di sostegno o maestra di sostegno nella scuola primaria, è una figura chiave all’interno del sistema scolastico italiano.

Lavora al fianco degli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali, promuovendone l’inclusione e garantendo il diritto allo studio.

Cosa fa

Il compito principale dell’insegnante di sostegno è creare un ambiente di apprendimento accessibile e personalizzato. Collabora con il consiglio di classe, gli educatori e le famiglie per costruire percorsi educativi individualizzati, capaci di rispondere ai bisogni specifici dell’alunno.

Spesso lavora uno a uno con lo studente o supporta piccoli gruppi, adattando materiali e attività didattiche, favorendo la socializzazione e l’autonomia, rispettando i tempi e le capacità di ciascun bambino o ragazzo.

Quanto guadagna

Parlare di stipendio dell’insegnante di sostegno significa considerare diversi fattori, come il grado scolastico (infanzia, primaria, secondaria), la tipologia di contratto (tempo determinato o indeterminato), l’esperienza maturata e l’anzianità di servizio.

In generale, la retribuzione di un docente di sostegno si allinea a quella degli altri insegnanti della scuola pubblica italiana, ma può variare a seconda della situazione specifica.

A livello indicativo, lo stipendio iniziale per un insegnante di sostegno a tempo pieno si colloca su una fascia base, con possibilità di crescita legate a scatti di carriera, incarichi aggiuntivi o al superamento di concorsi.

Vanno poi considerati elementi accessori come le indennità previste in base alla sede (es. zone montane o disagiate), i bonus previsti per la formazione o le ore aggiuntive, e le eventuali ore di sostegno non coperte che richiedono supplenze.

È importante sapere che il lavoro del docente di sostegno richiede un forte impegno emotivo, professionale e organizzativo, spesso superiore a quello richiesto nelle cattedre curricolari.

L’investimento formativo e umano richiesto viene riconosciuto in un percorso di crescita professionale continuo, anche attraverso la formazione e l’aggiornamento.

Compiti e competenze

Il docente di sostegno deve possedere competenze pedagogiche, didattiche, psicologiche e relazionali per affrontare con efficacia una vasta gamma di bisogni educativi. Ecco alcune delle principali problematiche e ambiti con cui può trovarsi a lavorare:

  • Disabilità intellettiva
  • Disturbo dello spettro autistico (DSA)
  • Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD)
  • Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)
  • Disprassia
  • Disturbi del linguaggio
  • Disturbi emotivo-comportamentali
  • Sindrome di Down
  • Paralisi cerebrale infantile
  • Deficit sensoriali (cecità, sordità)

Inoltre, è fondamentale la capacità di lavorare in squadra con il resto del personale scolastico e con le famiglie, contribuendo alla stesura del PEI (Piano Educativo Individualizzato) e partecipando attivamente agli incontri con i referenti territoriali.

Come diventare insegnante di sostegno

Diventare insegnante di sostegno richiede un percorso formativo specifico che permette di acquisire le competenze necessarie per lavorare al fianco degli alunni con disabilità o bisogni educativi speciali.

Il primo passo è ottenere l’abilitazione all’insegnamento, a cui segue la specializzazione sul sostegno tramite il TFA sostegno, ovvero il corso di specializzazione sul sostegno didattico agli alunni con disabilità.

Vediamo nel dettaglio quali sono le tappe per accedere alla professione, i requisiti richiesti e le modalità previste nel 2025.

Il TFA

Il TFA sostegno (Tirocinio Formativo Attivo) è un corso universitario abilitante alla specializzazione sul sostegno, indispensabile per lavorare come docente di sostegno nelle scuole di ogni ordine e grado.

È un percorso riservato a chi ha già conseguito l’abilitazione o i titoli richiesti per l’insegnamento curricolare, e ha lo scopo di formare figure professionali in grado di affrontare le diverse tipologie di disabilità in ambito scolastico.

Il TFA prevede una selezione in ingresso composta da tre prove (test preliminare, prova scritta e prova orale), e una formazione strutturata in lezioni teoriche, laboratori e tirocinio pratico diretto e indiretto.

Per chi desidera restare aggiornato sull’uscita del prossimo bando, è possibile consultare il nostro approfondimento dedicato al bando TFA, dove troverai tutte le novità appena disponibili.

Abilitazione al sostegno

L’abilitazione al sostegno si ottiene con il completamento del percorso di specializzazione sul sostegno, ovvero il superamento del TFA sostegno.

Questo titolo consente di partecipare ai concorsi riservati e alle graduatorie per docenti di sostegno, sia nella scuola pubblica che in quella paritaria.

Una volta acquisita la specializzazione, l’insegnante è riconosciuto come figura professionale con competenze didattiche, psicopedagogiche e metodologiche specifiche per l’inclusione scolastica.

Il titolo ha validità nazionale e può essere utilizzato per l’inserimento nelle GPS di sostegno o per l’accesso a incarichi e supplenze.

Requisiti per diventare insegnante di sostegno

Nel 2025, i requisiti per diventare insegnante di sostegno variano in base al grado scolastico per cui si intende concorrere. Ecco uno schema aggiornato:

  • Scuola dell’infanzia e primaria: è richiesto il possesso della laurea in Scienze della formazione primaria oppure del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.
  • Scuola secondaria di I e II grado: è necessario avere una laurea magistrale coerente con una classe di concorso per l’insegnamento e, in base alla normativa vigente, l’acquisizione di almeno 60 CFU tramite percorsi abilitanti o l’abilitazione ordinaria.

Nel IX ciclo attualmente in corso (2024-2025), i docenti con almeno tre anni di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni scolastici, anche non continuativi, hanno avuto accesso diretto al percorso, senza dover sostenere le prove preselettive.

Si tratta tuttavia di una misura straordinaria e non è detto che venga riproposta nel X ciclo. Per questo motivo è importante attendere il nuovo bando e verificarne attentamente i requisiti aggiornati.

Va ricordato che ogni ciclo di TFA può prevedere ulteriori indicazioni o aggiornamenti, quindi è sempre utile consultare fonti ufficiali e siti universitari per verificare la documentazione richiesta.

Lavorare come insegnante di sostegno

Una volta ottenuta la specializzazione, è possibile lavorare come insegnante di sostegno nelle scuole statali o paritarie. L’accesso può avvenire tramite:

  • Graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), dove è possibile inserirsi con il titolo di specializzazione;
  • Concorsi ordinari o straordinari, per ottenere un incarico a tempo indeterminato;
  • Incarichi a tempo determinato tramite le convocazioni degli Uffici scolastici territoriali.

Il lavoro sul sostegno è una vera e propria missione educativa: richiede empatia, flessibilità, collaborazione con famiglie e colleghi, oltre a un aggiornamento professionale continuo.

È una figura sempre più richiesta, vista la crescente attenzione all’inclusione scolastica e al diritto allo studio per tutti.

Punteggio da titoli, titoli di servizio

Nel processo di selezione per l’accesso al TFA Sostegno, le università seguono i criteri indicati nella Tabella A allegata al Decreto n. 549 del 29 marzo 2024. Oltre ai risultati delle prove scritte e orali, vengono attribuiti punteggi aggiuntivi per titoli di studio, percorsi formativi e servizi svolti.

Ecco come funziona la valutazione:

Titolo di accesso

  • Si considera il voto della laurea o del diploma ITP (per chi accede con il diploma tecnico-professionale).
  • Nessun punto viene assegnato se il voto è pari o inferiore a 95/100.
  • Se la votazione è superiore a 95/100, si attribuisce:
    1 punto per ogni voto in più rispetto a 95;

+2 punti aggiuntivi in caso di lode.

  • Le votazioni espresse in scale diverse vengono convertite in centesimi, con arrotondamento per eccesso.

Titoli aggiuntivi:

  • Lauree triennali e diplomi accademici di primo livello: +2 punti ciascuno.
  • Lauree magistrali, specialistiche e diplomi accademici di secondo livello: +3 punti ciascuno.
  • Master universitari di secondo livello: +1 punto ciascuno, fino a un massimo di 2 punti complessivi.
  • Master di primo livello: non valutati.
  • Diplomi di specializzazione: +2 punti ciascuno.
  • Dottorati di ricerca: +3 punti ciascuno.

Certificazioni linguistiche

  • Valutate solo se riconosciute dal MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito):
    • +0,5 punti per certificazione di livello C1;
    • +1 punto per certificazione di livello C2.

Servizio su posto di sostegno

  • Per ogni anno scolastico di servizio svolto:
    • su grado diverso da quello per cui si concorre: +3 punti;
    • sul medesimo grado per cui si concorre: +6 punti.

Criteri in caso di parità

  • In caso di punteggio identico tra due o più candidati:
    1. Prevale chi ha più anzianità di servizio sul grado specifico.
    2. Se la parità persiste, viene favorito il candidato con età anagrafica inferiore.

Di seguito, elenchiamo le diverse componenti che concorrono all’assegnazione del punteggio sostegno, secondo i criteri stabiliti per i titoli valutabili.

Corsi di formazione

La partecipazione a corsi specifici può incrementare il punteggio sostegno. Ad esempio, il TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo), un percorso abilitante fondamentale per acquisire la specializzazione nel sostegno, consente di acquisire ben 9 punti.

Altre specializzazioni e perfezionamenti

  • Titolo di perfezionamento per l’insegnamento CLIL → 6 punti;
  • Certificazione CeCLIL o corso di perfezionamento in metodologia CLIL (60 CFU) → 3 punti;
  • Titolo di specializzazione in italiano L2 → 3 punti.

I titoli di seconda fascia richiedono un voto di abilitazione e 3 anni di esperienza su sostegno, senza necessitare di titoli aggiuntivi come nella prima fascia. I titoli accademici e i servizi prestati sono valutati, ma con punteggi generalmente più bassi rispetto a quelli richiesti per la prima fascia.

Corsi per fare punteggio

aumentare le proprie possibilità di accesso al TFA sostegno può valutare l’iscrizione a corsi e percorsi formativi riconosciuti, che contribuiscono concretamente al punteggio nella graduatoria di selezione. Oltre alla preparazione sulle prove d’esame, è infatti possibile valorizzare il proprio curriculum attraverso titoli aggiuntivi che vengono presi in considerazione nella valutazione finale.

Ecco due tipologie di corsi particolarmente utili per fare punteggio:

  • Certificazioni linguistiche riconosciute dal MIM

Le certificazioni di lingua inglese di livello C1 e C2 danno diritto rispettivamente a 0,5 e 1 punto aggiuntivo. Sono titoli accessibili, con percorsi di preparazione flessibili, e rappresentano un investimento formativo utile non solo per il TFA ma anche per l’insegnamento in generale. Scopri di più sulle certificazioni linguistiche disponibili.

  • Corsi di laurea online e titoli accademici aggiuntivi

L’acquisizione di lauree triennali, magistrali o titoli equipollenti può incrementare il punteggio secondo quanto previsto dalla tabella di valutazione titoli. Grazie alla modalità online, è possibile conciliare studio e lavoro con percorsi universitari strutturati. Scopri l’offerta formativa dei corsi di laurea online proposti da 360Forma.

Inserimento nelle Graduatorie provinciali

Le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) includono anche specifici elenchi di graduatorie per i posti di sostegno, utilizzati per assegnare incarichi ai docenti in base al punteggio accumulato.

Le GPS Sostegno sono suddivise in due fasce:

  • Prima fascia: docenti con specializzazione sul sostegno per il grado di scuola corrispondente;
  • Seconda fascia: docenti senza specializzazione, ma con almeno tre anni di servizio su sostegno nello stesso grado entro l’anno scolastico precedente, oppure in possesso del titolo di accesso alle GPS di seconda fascia del relativo grado.

In attesa della ricostituzione delle GPS, per l’anno scolastico 2025/26 saranno istituiti elenchi aggiuntivi alla prima fascia GPS per posto comune e sostegno. Potranno inserirsi in questi elenchi i docenti che conseguiranno il titolo di abilitazione o specializzazione entro il 30 giugno 2025.

Supplenze

L’assegnazione delle supplenze nel sostegno avviene tramite una procedura informatizzata, seguendo questo ordine di priorità:

  1. GaE sostegno (Graduatorie ad Esaurimento);
  2. Prima fascia GPS sostegno (Graduatorie Provinciali per le Supplenze);
  3. Elenchi aggiuntivi alla prima fascia GPS, riservati a docenti con abilitazione e/o specializzazione in sostegno non ancora inseriti nelle GPS;
  4. Seconda fascia GPS sostegno.

Se non ci sono più candidati specializzati disponibili, si attinge alle GaE e GPS per posto comune, assegnando l’incarico a docenti non specializzati. Mentre le Graduatorie d’Istituto sono utilizzate solo come ultima risorsa.

Il ruolo

Le immissioni in ruolo per il sostegno avvengono principalmente attraverso le graduatorie ad esaurimento e le graduatorie di merito dei concorsi.

Tuttavia, per l’anno scolastico 2025/26, è prevista una procedura straordinaria che consente l’assunzione a tempo determinato dei docenti inclusi nella prima fascia delle GPS per i posti di sostegno o negli elenchi aggiuntivi.

I posti di sostegno rimasti vacanti dopo le immissioni in ruolo ordinarie vengono assegnati ai docenti inseriti in prima fascia GPS, con un contratto a tempo determinato fino al 31 agosto, nella provincia di iscrizione.

Nel corso del contratto a tempo determinato, i docenti devono completare l’anno di prova, come previsto dal D.lgs. 59/2019, e svolgere una lezione simulata davanti al Comitato di valutazione, integrato da un componente esterno nominato dall’USR.

Superate le prove, il docente viene assunto a tempo indeterminato con conferma in ruolo nella scuola in cui ha svolto il periodo di supplenza

È fondamentale che gli aspiranti docenti di sostegno si tengano aggiornati sulle normative vigenti e partecipino ai percorsi formativi riconosciuti per incrementare il proprio punteggio e migliorare le opportunità di inserimento nelle graduatorie.