Se intendi cambiare la tua posizione lavorativa o iniziare un nuovo percorso professionale, il primo passo da compiere è l’invio dei curriculum vitae. Dopo un’attenta analisi delle offerte presso agenzie per il lavoro o siti dedicati, una volta individuato ciò che più corrisponde al proprio profilo, basterà inviare la propria candidatura e incrociare le dita.
Ed ecco, un giorno il vostro telefono squilla o la casella della posta indicherà una nuova mail e sarete chiamati per un colloquio di lavoro.
Ma quali sono le domande tipiche colloquio poste dai recruiter? Come rispondere al meglio evitando di fare brutta figura?
Scopriamo con 360 Forma le 5 domande più usate in un colloquio di lavoro e su cui dovrete prepararvi al meglio per lasciare il segno.
Colloquio di lavoro, domande e risposte
Per avere successo ad un colloquio è importante studiare e conoscere l’azienda per cui ci si candida. In base alle ricerche effettuate, si avrà un’idea di ciò che sono le regole e gli obiettivi aziendali. Tutto questo può aiutare a ipotizzare quali saranno le domande che vi saranno poste durante il colloquio di lavoro e ad esercitarvi per trovare le risposte ottimali ai quesiti più insidiosi. Attenzione però: non esistono domande sbagliate o risposte giuste ma esiste il buon senso! Siate sempre sinceri, ascoltate bene la domanda che vi viene posta e valutate attentamente come rispondere in base al contesto.
Ecco 5 domande e risposte comuni durante un colloquio.
1 – Ci parli di lei
Una domanda per rompere il ghiaccio. Sembra semplice, ma non bisogna farsi ingannare. Questa sarà la domanda che inizierà a delineare chi siete alla persona che vi trovate di fronte.
Focalizzatevi sulla vostra identità professionale più che personale. Poche frasi, concise, che possano delineare la vostra identità professionale. Poi si accenna a esperienze lavorative di rilievo e si chiude con il motivo per il quale vi trovate su quella sedia a colloquio.
2 – Usi 3 parole per descriversi
Anche in questo caso la preparazione è fondamentale. È utile, prima del colloquio, passare in rassegna i propri pregi e scegliere i tre più attinenti al lavoro per il quale ci si sta proponendo. Pazienza, testardaggine, costanza, versatilità.
Sono tanti i pregi che si possono mettere in risalto. Basta scegliere bene ed essere sinceri.
3 – Quali sono i punti di forza che la distinguono?
Come nella domanda precedente, tocca scegliere i pregi da far risaltare. A questi, però, è utile accostare dei brevi esempi in cui queste qualità sono state utili ai fini professionali.
In base al core business aziendale, converrebbe raccogliere degli esempi adeguati alla situazione e alle esigenze del brand che vi troverete di fronte. Ovviamente, ricordate la sincerità: non è difficile fare brutta figura raccontando bugie.
Sembra, anche questa, una domanda semplice ma dà parecchi spunti di riflessione ai tuoi futuri datori di lavoro.
4 – Quali sono i punti di debolezza?
Questa è una domanda rischiosa, che dovrà portare a galla le criticità che avete riscontrato in voi stessi, ma che non dovranno costituire un danno per l’azienda. Essere coscienti dei propri limiti è un punto di forza, saperne analizzare le soluzioni per superarli è un pregio che verrà notato e apprezzato.
Selezionare, quindi, le proprie debolezze in maniera oculata, stando ben attenti a quali sono le regole base dell’azienda, in modo tale che queste non si scontrino col vostro futuro lavoro.
5 – Perché dovremmo scegliere proprio lei?
Siamo giunti al cuore del colloquio, la domanda che concluderà in bene o male la vostra presentazione. Perché io, azienda, devo investire del denaro e del tempo su di te?
Certo, rispondere di essere il migliore nel proprio lavoro è troppo egocentrico e poco efficace. Quindi fermati e rifletti: quali sono i compiti che bisogna svolgere per il datore di lavoro e che cosa puoi fare tu per essere impeccabile in questo? Devi essere un valore aggiunto, non far perdere tempo, essere efficace ed efficiente in ciò che fai.
In base a questa riflessione, avrai in mano la risposta adeguata da dare al recruiter e sperare in una seconda chiamata per firmare un contratto di lavoro.
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