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Partita iva agenti di commercio: come funziona?

agente di commercio partita iva
360Forma
24 Marzo 2025

L’agente di commercio è una figura professionale cruciale per le aziende che desiderano ampliare la propria clientela e aumentare il volume delle vendite. Questo professionista funge da intermediario tra l’impresa e i potenziali clienti, promuovendo prodotti o servizi e concludendo contratti di vendita.

Per svolgere legalmente questa attività in Italia, è necessario aprire una partita IVA agente di commercio, oltre ad adempiere a specifici obblighi fiscali e contributivi.

In questo articolo esamineremo nel dettaglio il processo di apertura della partita IVA enasarco, i costi da sostenere, le differenze tra i regimi fiscali, gli obblighi previdenziali e le normative legate alla fatturazione elettronica.

Se stai valutando di intraprendere questa professione, ti consigliamo di seguire un corso per diventare agente di commercio per ottenere tutte le competenze necessarie.

Come aprire la piva

Per avviare l’attività di agente di commercio, è indispensabile ottenere una partita IVA agente di commercio e procedere con una serie di registrazioni presso gli enti preposti.

Il primo passo è l’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, compilando l’apposito modello e indicando il codice Ateco corretto per l’attività svolta. Successivamente, è obbligatoria l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente, attraverso la Comunicazione Unica. Durante questa fase è fondamentale specificare in modo preciso la tipologia di attività esercitata, evitando descrizioni generiche che potrebbero generare confusione.

Un ulteriore passaggio richiesto è la presentazione del mandato e del modello ARC agenti di commercio, un documento essenziale che certifica il possesso dei requisiti per l’esercizio della professione.

L’agente deve inoltre iscriversi alla Gestione Commercianti INPS per il versamento dei contributi previdenziali obbligatori e, se lavora per conto di un’azienda mandante, deve essere registrato presso Enasarco, ente che gestisce la previdenza integrativa specifica per questa categoria professionale.

Inoltre, in base al tipo di incarico ricoperto, potrebbe essere necessario compilare anche il modello ARC agenti e rappresentanti, un documento richiesto per la corretta identificazione del ruolo e delle responsabilità dell’agente.

Partita IVA agenti di commercio, come funziona?

La partita IVA agente di commercio comporta una serie di adempimenti fiscali e previdenziali.

La prima scelta da effettuare riguarda il regime fiscale più adatto alle proprie esigenze. Il regime forfettario rappresenta una soluzione vantaggiosa per chi ha un volume d’affari annuo inferiore a 85.000 euro, in quanto prevede una tassazione agevolata con un’aliquota fissa del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività.

Inoltre, chi opta per questo regime è esonerato dall’applicazione dell’IVA sulle fatture emesse e dagli obblighi contabili complessi, semplificando notevolmente la gestione amministrativa.

Tuttavia, se i ricavi superano il limite massimo consentito, l’agente passa automaticamente al regime ordinario, che prevede una tassazione progressiva in base agli scaglioni IRPEF.

In questo caso, è necessario applicare l’IVA sulle fatture, tenere scritture contabili dettagliate e rispettare una serie di adempimenti fiscali più stringenti. Indipendentemente dal regime fiscale scelto, l’agente di commercio è tenuto a versare i contributi previdenziali sia all’INPS che a Enasarco partita IVA, se opera per conto di una o più aziende mandanti.

Qual è il codice Ateco per gli agenti di commercio

Il codice Ateco è indispensabile per identificare correttamente l’attività svolta dall’agente di commercio. Esistono diversi codici Ateco applicabili in base al settore merceologico specifico:

  • 46.19.01 – Agenti e rappresentanti di vari prodotti senza prevalenza di alcuno;
  • 46.16.01 – Agenti e rappresentanti di prodotti tessili per abbigliamento e arredamento;
  • 46.17.05 – Agenti e rappresentanti di bevande e prodotti similari;
  • 46.17.06 – Agenti e rappresentanti di prodotti ittici freschi, congelati, surgelati, conservati e secchi;
  • 46.18.91 – Agenti e rappresentanti di mobili in legno, metallo e materie plastiche.

Per individuare il codice più idoneo alla propria attività, è consigliabile consultare un commercialista o fare riferimento alle tabelle Ateco ufficiali fornite dall’ISTAT.

Qual è il costo di apertura della partita iva

L’apertura della partita IVA enasarco non prevede costi diretti, ma vi sono alcune spese obbligatorie da considerare. Tra queste, il pagamento dei diritti camerali annuali, che ammontano a circa 100 euro, e l’eventuale tassa di concessione governativa, se applicabile, pari a 168 euro.

A queste spese si aggiungono gli onorari del commercialista, che possono variare in base alla complessità della gestione contabile e oscillano generalmente tra 300 e 1.000 euro annui.

Oltre a questi costi iniziali, l’agente deve tenere conto dei contributi previdenziali obbligatori, che dipendono dall’INPS e da Enasarco nel caso di rappresentanza per aziende mandanti.

Quale scelta del regime fare e quali sono le differenze tra i regimi fiscali

La scelta del regime fiscale per un agente di commercio è un aspetto cruciale per la gestione della partita IVA. Esistono due principali opzioni: il regime forfettario e il regime ordinario. Il regime forfettario è particolarmente vantaggioso per chi ha ricavi annui inferiori a 85.000 euro, poiché prevede una tassazione agevolata con un’aliquota fissa del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività), oltre alla semplificazione degli obblighi contabili e l’esenzione dall’IVA. Tuttavia, chi aderisce a questo regime non può scaricare i costi aziendali né detrarre l’IVA sugli acquisti.

Il regime ordinario, invece, è obbligatorio per chi supera la soglia di 85.000 euro di fatturato annuo. Prevede l’applicazione dell’IVA sulle fatture, la deduzione dei costi aziendali e una tassazione progressiva IRPEF basata sugli scaglioni di reddito.

Questo regime è più adatto a chi ha spese consistenti da dedurre o chi opera con margini di guadagno elevati. La scelta del regime fiscale più adatto dipende dalla previsione di fatturato e dalla struttura dei costi aziendali.

Contributi INPS: come funziona per gli agenti di commercio

Gli agenti di commercio sono obbligati a versare i contributi previdenziali alla Gestione Commercianti INPS, indipendentemente dal reddito percepito.

L’importo minimo annuo è di circa 3.800 euro, suddiviso in quattro rate trimestrali. Questo importo è dovuto anche se l’agente non realizza fatturato, in quanto rappresenta un contributo fisso obbligatorio per garantire la copertura previdenziale.

Se il reddito annuo supera una determinata soglia, viene applicata un’aliquota aggiuntiva del 24,09% sulla parte eccedente.

Oltre ai contributi INPS, gli agenti di commercio devono versare una percentuale delle provvigioni percepite a Enasarco partita IVA, che copre la previdenza integrativa specifica per questa categoria.

Il versamento a Enasarco è obbligatorio quando l’agente lavora per conto di un’azienda mandante e prevede una suddivisione del contributo tra agente e ditta mandante.

Essere in regola con i versamenti contributivi è fondamentale per maturare il diritto alla pensione e per accedere alle prestazioni previdenziali riservate alla categoria.

Cos’è il DURC per gli agenti di commercio

Il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) è un certificato che attesta la regolarità nei versamenti previdenziali e contributivi dell’agente di commercio.

È un documento fondamentale per dimostrare che il professionista ha adempiuto agli obblighi verso INPS ed Enasarco.

Il DURC viene richiesto in diverse situazioni, come la partecipazione a bandi pubblici, la stipula di contratti con aziende che necessitano di verificare la regolarità contributiva o l’accesso a determinati incentivi fiscali e finanziari.

Per ottenere il DURC, l’agente deve essere in regola con il versamento dei contributi previsti dalla legge. In caso di irregolarità, il documento non viene rilasciato, impedendo così l’accesso a determinati incarichi lavorativi.

Fatturazione elettronica per agenti di commercio: quando e come farla

Dal 1° gennaio 2024, tutti gli agenti di commercio con partita IVA enasarco sono obbligati a emettere fatture elettroniche attraverso il Sistema di Interscambio (SDI) dell’Agenzia delle Entrate.

Questo sistema consente la trasmissione, la ricezione e la conservazione delle fatture in formato digitale, riducendo il rischio di errori e migliorando la tracciabilità fiscale. La fattura elettronica deve contenere tutti i dati richiesti dalla normativa: numero progressivo, data di emissione, dati del cliente e del fornitore, descrizione dell’operazione e importo imponibile.

L’adozione della fatturazione elettronica comporta vantaggi significativi, come la riduzione della documentazione cartacea, una maggiore efficienza nella gestione amministrativa e un controllo fiscale più trasparente.

Per adempiere a questo obbligo, gli agenti di commercio possono utilizzare software gestionali dedicati o avvalersi di un commercialista per l’invio delle fatture tramite il Sistema di Interscambio.

Agente di commercio senza partita IVA

L’attività di agente di commercio senza partita IVA agente di commercio è possibile solo in caso di collaborazioni occasionali, con un reddito annuo inferiore a 5.000 euro. In questa circostanza, il compenso può essere ricevuto tramite una ricevuta con ritenuta d’acconto del 20%.

Tuttavia, superata questa soglia, diventa obbligatoria l’apertura della partita IVA.

Se vuoi maggiori informazioni su come diventare un agente di commercio, consulta la nostra guida completa su agente di commercio.

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