In un periodo di forte crisi energetica, in cui molte aziende si trovano ad affrontare i rincari delle bollette, vi è l’esigenza di ottimizzare i consumi e controllare se sul posto di lavoro si hanno dei macchinari inutilmente energivori. Proprio così, infatti, si possono evitare sprechi inutili e pensare anche al bene ambientale.
Una figura energy manager è fondamentale in questi casi: appunto, un consulente energetico che si occupa di controllare il consumo effettivo e consigliare le misure da adottare per l’efficientamento energetico.
Ma come diventare energy manager? Requisiti fondamentali per essere assunti in azienda quali sono? Su quanto si aggira lo stipendio ingegnere energetico?
Proviamo a scoprire qualcosa in più su chi è e come diventare energy manager in questo nuovo articolo di 360 Forma.
Energy manager, chi è?
L’energy manager è un consulente energetico, che si occupa di:
- Supervisionare le aree a cui viene assegnato;
- Generare report;
- Trovare le soluzioni per incrementare l’efficienza energetica aziendale,
- Controllare che vengano prese le decisioni necessarie a migliorare le prestazioni energetiche aziendali.
Quindi, non ha potere decisionale né esecutivo, ma ha un importante ruolo strategico. Sarà lui, infatti, a consigliare i bandi a cui aderire o le strategie da adottare per migliorare l’efficienza energetica sul posto di lavoro.
In maniera più specifica, l’energy manager dovrà, quindi:
- Localizzare gli interventi da effettuare in azienda promuovendo l’utilizzo razionale dell’energia;
- Verificare e disporre dei dati richiesti per legge in comparazione con i consumi interni;
- Redigere bilanci energetici, in relazione a parametri e necessità di utilizzo;
- Mettere a punto un piano ben strutturato di investimenti, strutturato in base alle esigenze riscontrate nei punti sopra citati;
- Monitoring continuo delle attività.
Come diventare energy manager
Ma quale formazione serve per poter diventare energy manager? Sicuramente una preparazione e a 360 gradi che possa comprendere tutte le nozioni di efficientamento energetico, conoscenza degli impianti e delle loro capacità energivore e la corretta lettura dei bandi per poter usufruire di importanti sgravi fiscali.
Non esiste un vero e proprio albo energy manager, ma esiste un elenco di Energy Manager presente sul sito dalla Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE).
La certificazione energy manager si ottiene alla fine di un percorso formativo presso un ente certificato, che possa dare le basi alla figura secondo la legge 10/1991, che introduce l’obbligo energy manager nelle aziende che hanno un consumo di 10.000 tep all’anno per il settore industriale (settori ATECO B, C, D, E, F) e 1.000 tep all’anno per gli altri settori. Il tep corrisponde a circa 5.350 kWh elettrici, per l’esattezza.
L’abilitazione energy manager in azienda, quindi, si rende necessaria anche per fini legali. Questa figura può essere individuata in un professionista come un ingegnere, un architetto, un geometra, un tecnico installatore o, comunque, altra figura che abbia la base nozionistica necessaria a svolgere le mansioni dell’energy manager.
Seguendo un corso energy manager valido, come quello offerto da 360 Forma, si può diventare consulente energetico, acquisendo tutte le nozioni fondamentali per svolgere il proprio lavoro.
Energy manager, stipendio e guadagni
Per chi vuole intraprendere questa carriera, una domanda sorge spontanea: ma il consulente energetico quanto guadagna? È importante, anche, che prospettive economiche vi sono, intraprendendo questo tipo di strada.
Lo stipendio dell’energy manager va da un minimo di € 30.000 a un massimo di €60.000 annui. In base alla preparazione individuale del professionista e alla grandezza dell’azienda in cui opera, infatti, ci saranno variazioni di stipendio. Raramente si è arrivato a un massimale di €100.000 annui, ma qui accade solo con aziende veramente importante e provvisti di seniority.