Nella fascia d’età adolescenziale e pre-adolescenziale, spesso ci si può imbattere in episodi spiacevoli che rendono il normale svolgimento della carriera scolastica degli studenti difficoltoso. Stiamo parlando dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Eventi che tendono a isolare la vittima prescelta, riempiendo i suoi pensieri di paure e facendone subire violenze fisiche e verbali anche ingiustificate. Ma nello specifico bullismo e cyberbullismo cosa sono? In che modo si differenziano e come combatterli? In questo nuovo articolo di 360Forma faremo luce sul significato dei due termini e chiariremo il ruolo fondamentale che hanno gli insegnanti, oltre che le famiglie, nell’arginare il fenomeno e combatterlo.
Bullismo e cyberbullismo cosa sono?
Il bullismo è una forma di violenza psicologica e fisica nei confronti di una persona più debole rispetto al bullo. Quest’ultimo, solitamente, ha un gruppo di persone che lo fanno sentire più forte e possiede una personalità ben definita. Tende a nascondere le proprie azioni, minimizzandone la portata, e le reitera nel tempo. Il bullismo infatti, per essere tale, deve avere una forma ripetitiva, avere una determinata intenzione e deve esserci asimmetria nel rapporto vittima/bulllo. È possibile che alcuni episodi di contrasti possano essere ricondotti a normali dinamiche relazionali tra coetanei, ma saranno gli elementi citati poc’anzi a fare la differenza.
Il bullismo si verifica in ambienti circoscritti: nel tragitto per andare a scuola o all’interno dell’istituto, con una dominazione del prepotente sulla parte lesa. Le reazioni della vittima sono subito riscontrabili nell’atto di compiere l’intimidazione. Il cyberbullismo, al contrario, coinvolge l’ambiente digitale. I due tipi di bullismo possono coesistere e rendere la vita difficile alla vittima.
Differenza tra Bullismo e cyberbullismo
Esistono delle differenze importanti, che possono rendere le dinamiche di attuazione dell’intimidazione fortemente subdola e psicologicamente aggressiva. Per quanto riguarda il cyberbullismo, esso può essere praticato in forma anonima, con identificazione del bullo in un profilo virtuale. Se il bullismo viene praticato in un ambiente circoscritto da un soggetto con forte personalità, il cyberbullismo può essere condotto anche da vittime nella vita reale che vogliono prendersi una rivincita sul prossimo. Tramite connessione alla rete, il bullo può infiltrarsi nella privacy del malcapitato, esercitando violenza in qualsiasi orario del giorno e della notte, tramite invio di materiale digitale, messaggi intimidatori, minacce o ricatti. In questo caso, la violenza non è visibile a chi la perpetra, ma crea un ambiente psicologico difficile da sostenere per la vittima, che si sentirà vessata anche se a distanza. La comunicazione aggressiva può accadere da qualsiasi parte del mondo, senza confini di spazio e tempo.
Gli educatori hanno il compito di combattere queste due forme di aggressione nei confronti di chi è più debole. Essi dovranno guidare i propri alunni all’empatia, stando ben attenti ai segnali che possono ricondurre a un eventuale disagio provato dai propri allievi. Per fare ciò, sono molto importanti le interazioni guidate con attività da svolgere in classe e la visione di materiale visivo a tema, per sensibilizzare gli occhi di chi un domani sarà parte attiva della società.
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