CARRELLO

Nessun prodotto nel carrello.

Le competenze per lavorare in smart working più richieste dai recruiter

lavoratore in smart working
360Forma
2 Marzo 2021

Lavorare in smartworking è la nuova frontiera del mondo del lavoro in tempi di pandemia. Basta possedere con sé un computer e una connessione stabile, i tool adatti e il gioco è fatto. Sono in molti, infatti, ad aver sfruttato questo periodo di stasi per poter aggiungere al proprio curriculum attestati e corsi di aggiornamento, al fine di poter trovare una buona posizione lavorativa. Ma quali sono le competenze per lavorare in smart working? Quali skill sono necessarie da mostrare ai recruiter in fase di colloquio? Come farsi notare dalle aziende?

Qualche consiglio sulle competenze digitali per lavorare in smart working per far bella figura con i recruiter in questo nuovo articolo di 360Forma.

Smart working, nuove skill e competenze

Dopo aver verificato il settore di competenza a cui si mira, un futuro smart worker dovrà controllare di essere in regola con le richieste proprie del mercato afferente. Per far ciò, è necessario avere già buona dimestichezza con il mondo digital: dal pc agli hardware utili per videoconferenze (webcam e microfono); software per lo smart working utilizzati nel proprio ambito lavorativo (dal pacchetto adobe al pacchetto office); software per videochiamata (zoom, meet, skype, ecc).

Avere una conoscenza di base di tutti gli strumenti necessari ad un ipotetico lavoro ci consentirà sicurezza nelle risposte da dare al recruiter in fase di colloquio. Inoltre, in questa maniera, sarà possibile individuare quelle competenze trasversali per lavorare in smart working da acquisire.

Mindset smart working, l’importanza di sapersi adattare

È, altresì, importante avere piena consapevolezza del proprio smart mindset. Ma cosa significa smart mindset? È quell’insieme di competenze e capacità in grado di farci gestire lo smart working. Che si tratti di stilare piani di lavoro, gestione del team in smart working, relazionarsi con i clienti o puntare il focus su un obiettivo e raggiungerlo, in gestione smart working la parola d’ordine è, appunto, essere smart.

Un buon recruiter mirerà a saggiare queste capacità trasversali, al fine di avere un elemento valido nella propria azienda, anche senza la presenza fisica sul luogo di lavoro. Quindi diamo spazio all’acquisizione di competenze da parte dello smart worker e creiamo nuove opportunità per essere scelti.

Smart working e recruiter:  il colloquio

Dopo aver individuato l’offerta di lavoro più adatta alle proprie esigenze, badando bene anche alla modalità richiesta (se mista o totalmente per via telematica), e inviato un curriculum o video-curriculum, se tutto va bene arriverà il fatidico momento del colloquio durante il quale bisognerà dimostrare di avere le competenze per lavorare in smart working.

Farsi trovare preparati è fondamentale. Sistemate al meglio la vostra postazione, assicuratevi di avere una connessione stabile e nessun oggetto troppo personale in mostra dietro di voi. Il recruiter tenderà a chiedere: il modo in cui gestite il lavoro da casa, il rapporto con il team, la gestione dei task. Più in generale, come passate le vostre giornate anche oltre l’ambito lavorativo. In tempi di pandemia, la popolazione è stata socialmente e psicologicamente toccata. Mostrare che non vi siete fermati, ma che reagite positivamente e in maniera costruttiva farà la differenza.

360Forma in qualità di Agenzia per il Lavoro fornisce supporto ai candidati in cerca di occupazione e ha instaurato partnership solide con aziende del territorio per garantire un ingresso immediato dei candidati nel mondo del lavoro.